Simona Castellino ha ventiquattro anni, è originaria della Sicilia e, da qualche tempo, vive a Cagliari. “Studio Medicina all’Università, sono al sesto anno, a breve diventerò dottoressa specializzata nelle malattie infettive”. C’è anche lei alla manifestazione per la “difesa del clima”, lungo il maxi serpentone da piazza Giovanni XXIII a piazza del Carmine, anche perchè è una delle organizzatrici. “Sono pescetariana, nella mia alimentazione escludo la carne proprio perchè sono convinta che le azioni individuali siano utili alla sostenibilità, ricordo che il consumo di carne è strettamente legato alle emissioni di anidride carbonica per colpa degli allevamenti intensivi”, spiega la Castellino. Niente bistecche di maiale o filetti di manzo, quindi, ma anche i pesci, comunque, quando vengono uccisi soffrono: “Sì, ma la pesca non di allevamento è meno impattante sul clima. Uso l’automobile molto raramente, mi sposto principalmente a piedi, in bicicletta o con i pullman”. Insomma, sono varie le scelte di vita “green” portate avanti dalla futura dottoressa.
Però, c’è un però. In Sardegna il consumo di carne è una tradizione consolidata soprattutto nelle zone interne: un maialetto o un agnellino arrosto, insaporito con un po’ di mirto, rappresenta uno dei piatti simbolo dell’Isola al centro del mar Mediterraneo: “Ma il consumo di carne va comune ridotto, anche senza rinunciare alla gola. Meglio verdure, bisogna anche evitare latticini e derivati”, afferma la Castellino. “Io faccio la dieta del pescetarianesimo da tempo e sto alla grande mangio bene e faccio sport. La carne, inoltre, porta neoplasie e malattie infiammatorie”.
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